Tutti i bambini dicono bugie, ma nessun bambino è un bugiardo.
Piccoli sotterfugi, goffe fughe dalla responsabilità personale, invenzioni smaccate: a tutti i bambini capita di dire delle bugie, inventare giustificazioni o riadattare la realtà, ma nessuno di loro è disonesto. Semplicemente, i bambini dicono bugie per metterci alla prova, per non deluderci, per rendersi più interessanti agli occhi degli altri: le bugie fanno parte del processo di crescita. Non tutte, quindi, devono creare in noi un’allerta o farci reagire con una punizione. Se togliamo rimproveri e punizioni dal campo, però, a cosa possiamo ricorrere per spiegare ai bambini quanto è importante essere onesti, e quanto è fondamentale che ognuno di noi si senta e mostri responsabile di ciò che dice e di ciò che fa?
Bugie, emozioni e responsabilità.
Geronimo Stilton, con lo sguardo puntato alla Bussola della Legalità, pensa che la prima mossa sia guardare alle bugie come un’opportunità: un’occasione preziosa per parlare, con le parole giuste, di onestà e responsabilità, due valori che rappresentano un importante punto cardinale. Quando il bambino racconterà una bugia, potremo prendere la palla al balzo invitandolo a parlare insieme del perché la bugia è stata detta (per reale convenienza o, forse, per ricerca di attenzione?). Poi, senza adottare un atteggiamento colpevolizzante, potremo condividere una piccola, grande verità: essere onesti e responsabili (eventualmente anche a posteriori, a bugia “confessata”) genera rispetto, stima ed encomi. Quindi, perché mentire una bugia per coprire una malefatta, quando invece si può raccogliere un complimento nell’ammettere di aver compiuto uno sbaglio?